Stagione sinfonica, Cagliari

Un Teatro dall’acustica perfetta; un’orchestra composta da professionisti di prim’ordine; un programma non solo non banale, ma grandioso; un giovane direttore che ha saputo dare accenti personali alle opere.

Sabato 12 febbraio scorso arrivo in Teatro (Teatro Lirico di Cagliari) per il concerto della stagione 2022 con mezz’ora di anticipo. Già da lontano le luci del palazzo illuminano la sera della nostra città, sempre buia a causa di una illuminazione cronicamente carente.

Entro e sono subito accolto da personale gentile e sorridente: controllo temperatura, sanificazione mani, verifica green pass e poi controllo abbonamenti. Tutti ragazzi e ragazze eleganti, gentili, giovani. Spero anche pagati regolarmente e giustamente.

La sala non è gremitissima e i professori stanno accordando gli strumenti.

Quindi entra il coro e per utlimo il direttore d’orchestra.

Eseguiranno le Variazioni su un tema di Haydn opera 56a di Johannes Brahms, il Salmo 150 di Anton Bruckner e la Sinfonia n. 6 di Ludwig Van Beethoven.

Quello che mi ha sorpreso positivamente è la potenza dei “forti” che l’orchestra e il coro hanno saputo imprimere a piena voce in Bruckner e la delicatezza del primo movimento della “Pastorale” di Beethoven. Non c’è registrazione su Vinile Deutsche Grammophon che possa stare alla pari con la musica dal vivo e con questa in particolare, che ho ascoltato in estasi, a occhi chiusi.

Come dicevo, l’acustica della sala. Meravigliosa. Distinguevo il triangolo, l’oboe, il flauto, la profondità ammaliante dei contrabbassi e tutte le fughe, i contrappunti, gli accordi, le sincopi, le melodie e le variazioni (quelle di Brahms non le avevo mai ascoltate dal vivo).

L’applauso va a tutti e in particolare , ovviamente, al direttore Jaume Santonja e al maestro del coro Govanni Andreoli.

Sabato 19 febbraio sarà il turno di Haydn (Sinfonia 38 in Re maggiore), dell’immenso Mozart (Sinfonia Praga k.504) e della Pastorale di Honegger.

Maledetti, non vi amerò

Paghe orarie tra 3 e 6.20 euro all’ora; morti e feriti come sul fronte di guerra; turni e orari massacranti, con straordinari inesistenti; part time obbligatori e altre simili schifezze.

Siamo in Italia, gente. E da Paese avanzato quale eravamo, con uno Stato sociale tra i migliori del mondo, siamo diventati un avanposto europeo del medioevo che torna. Parliamo di lavoro. Lavoro e diritti non più esistenti.

Perchè sia successo questo non lo so.

E’ come se dopo il crollo del muro di Berlino, fosse subentrata una specie di senso di colpa che ha permesso l’avanzare dello sfruttamento selvaggio.

Se incrociamo questi elementi con i dati del controllo del territorio e dell’economia da parte delle mafie, c’è da arrendersi e scappare dall’Italia. Leggevo oggi di un ospedale pubblico a Secondigliano che è in mano alle famiglie dei boss, che hanno medici e strutture a loro disposizione. Sempre.

Direi che stiamo vivendo la formazione di un nuovo potere economico che ricalca le orme di quei Signori che nell’Alto medioevo hanno cominciato a razziare, rubare, spaventare e uccidere la povera gente per recintare terre e acquisire mano d’opera contadina quasi gratis. Era l’epoca della Accumulazione originaria, quella che ha visto nascere il capitale privato che ha i suoi eredi legittimi e legittamati nel nostro mondo attuale.

Sto dicendo che le mafie usano da sempre i metodi violenti e arroganti medievali e che probabilmente tra non tanti anni saranno la nuova classe dirigente del Paese. Quella che farà leggi e che si scandalizzerà se qualcuo andrà a rubare per fame.

E il lavoro, se non si interverrà risolutamente, continuerà a essere sfruttato, sottopagato, insicuro e foriero di tragedie per tutti.

Scusate, ma oggi ero in vena ottimistica.

Villa villa Colle

L’articolo 83 della Costituzione italiana:

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.

All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.

L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Come Diogene sono andato alla ricerca dei cd “grandi elettori” ma non ne ho trovato traccia. Eppure, giornali e tv non fanno che nominarli quali responsabili e titolari dell’elezione del nostro capo dello Stato, forse incantati dalle procedure e dai nomi che si usano nello stesso frangente negli Stati Uniti d’America.

Ma com’è allora la questione? Non sono un esperto, per cui attendo un aiutino e uno spiegazione da chi ne sa più di me.

Mi pare chiaro che tale non sia il servizio pubblico televisivo e i vari talk show che, anzi, contribuiscono alla confusione e alla sostanziale permanenza delle persone nel dubbio e ignoranza. Neppure alcune grandi firme dei quotidiani nazionali se la cavano meglio.

Ahimè, ho nostalgia delle Tribune politiche moderate da Jacobelli e delle lezioni del maestro Manzi, tanto grande al confronto di certuni odierni da essere un Manzoni.

Non che non ci siano oggi ottimi divulgatori e cultori del bel sapere: Tozzi, Angela, Sgarbi, Camurri, Pasquino. Solo che nella nostra società dell’informazione e dell’intrattenimento sono talmente numerosi i canali di divulgazione che il tutto viene annacquato in un minestrone di pubblicità e cha cha cha.

Internet è uno strumento meraviglioso, di una potenza unica; una rete di saperi e conoscenze ultra-universali. Però la usano meglio, la rete, coloro che hanno già una solida base culturale, perché, come diceva Umberto Eco, è l’uomo colto che sa dove andare a cercare la nozione che gli serve è in pochi minuti.

I social invece, mostrano ampiamente il ruolo di fucina di pressappochismo e megafono/moltiplicatore di terrapiattisti.

Sono diventato vecchio se faccio questi discorsi…?

Ma se il diventarlo diminuisce la prestanza fisica (e la diminuisce) e la velocità di calcolo o la freschezza dei riflessi, la mente è sempre più in grado di approfondimenti e studio. Pacato, ma studio. Almeno mediamente.

Tornando a noi, il Presidente della Repubblica viente eletto da deputati, senatori e delegati delle Regioni, mentre i grandi elettori si trovano in iu es ei, cioè in una nazione tra le più barbare che io conosca.

E invece avremmo bisogno di più cultura politica e più conoscenza per ridare a questo paese una classe dirigente in grado di fare decentemente il proprio lavoro nel rispetto della lettera e dello spirito della Costituzione.

Considerazioni per gli elettori del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica deve essere espressione dell’«unità nazionale», come richiede l’articolo 87, 1° comma della Costituzione. È garante di questa Costituzione e deve assicurare fedeltà ad essa come impone l’articolo 91.

L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica, come è preteso dall’articolo 84, 2° comma. Egli presiede il Consiglio Superiore della Magistratura a garanzia dell’autonomia e indipendenza dell’ordine della magistratura da qualsiasi altro potere, come è scritto negli articoli 87 e 104.

Silvio Berlusconi, protagonista di uno scontro che per lunghi anni ha diviso il nostro Paese, già esponente della loggia P2 che aveva come fine l’instaurazione in Italia di un’altra Repubblica, titolare tuttora di un vistoso conflitto di interessi, condannato per gravi reati, prosciolto per prescrizione da delitti di corruzione e tuttora imputato in procedimenti penali, non ha i requisiti per poter svolgere le funzioni di Capo dello Stato.

Riteniamo pertanto un’offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani il fatto che venga candidato a Presidente della Repubblica.

Roma, 17 gennaio 2022

Hanno aderito:

Maria Fausta Adriani, Vittorio Agnoletto, Fabio Alberti, Alessandra Algostino, Mario Agostinelli, Stefano Anastasia, Valerio Aprea, Maurizio Acerbo, David Armando, Franco Astengo, Gaetano Azzariti, Luca Baccelli, Francesco Baicchi, Maria Vittoria Ballestrero, Mauro Barberis, Fabrizio Barca, Laura Barile, Antonella Barina, Vincenzo Barnaba, Elena Basso, Paola Basso, Sofia Basso, Francesca Barzini, Vittorio Bellavite, Sergio Bellucci, Antonella Bellutti, Giovanni Benzoni, Myriam Bergamaschi, Irene Berlingò, Mario Beschi, Piero Bevilacqua, Anna Maria Bianchi, Roberto Bin, Italo Birocchi, Michelangelo Bovero, Marco Brigaglia, Massimo Brutti, Romeo Bufalo, Giovanna Caggia, Antonello Calore, Roberta Calvano, Antonio Cantaro, Piero Caprari, Francesco Carchedi, Paolo Caretti, Devino Caregnato, Lorenza Carlassare, Paolo Carnevale, Thomas Casadei, Elisabetta Catenacci, Adolfo Ceretti, David Cerri, Furio Cerutti, Irene Cervellera, Silvia Chiatante Corsi, Maurizio Chierici, Antonello Ciervo, Nicola Colaianni, Amalia Collisani, Luigi Condorelli, Giancarlo Consonni, Paolo Corsini, Pietro Costa, Giuseppe Cotturri, Andrea Deffenu, Stefano Deliperi, Raffaele De Leo, Roberta De Monticelli, Giovanna De Sensi, Francesco De Vanna, Enrico Diciotti, Paolo Di Lucia, Francesco Di Matteo, Piero Di Siena, Mario Dogliani, Francesco Donfrancesco, Giannina Dore, Angelo D’Orsi, Alessandra Facchi, Anna Falcone, Maria Fano, Fiorenzo Fantaccini, Gianni Farneti, Tommaso Fattori, Paolo Favilli, Luigi Ferrajoli, Alessandro Ferrara, Maria Rosaria Ferrarese, Roberto Ferrucci, Francesca Fici, Mara Filippi Morrione, Roberto Finelli, Mario Fiorentini, Carlo Fiorio, Domenico Gallo, Luigi Ganapini, Olivia Ghiandoni, Alfonso Gianni, Giovanni Giannoli, Carlo Ginzburg, Lisa Ginzburg, Chiara Giorgi, Elisa Giunchi, Enrico Giusti, Alfiero Grandi, Dino Greco, Riccardo Guastini, Maria Pia Guermando, Maria Teresa Iannelli, Franco Ippolito, Pino Ippolito Armino, Giulio Itzcovich, Antonio Jovene, Francesca Koch, Maria Lalatta Costerbosa, Rossella Latempa, Raniero La Valle, Cristina Lavinio, Marina Leone, Maria Concetta Liberatore, Massimo Loche, Anna Loretoni, Mario G. Losano, Claudio Luzzati, Cristiana Mancinelli Scotti, Dacia Maraini, Nicoletta Maraschio, Fabio Marcelli, Valeria Marcenò, Laura Marchetti, Giacomo Marramao, Pigi Marras, Paola Marsocci, Eleonora Martelli, Maria Antonella Martelli, Antonio Marturano, Luca Masera, Ignazio Masulli, Lorenzo Mattotti, Silvio Mazzarese, Tecla Mazzarese, Ezio Menzione, Gian Giacomo Migone, Marino Missirini, Sara Modigliani, Giancarlo Monina, Tomaso Montanari, Andrea Mulas, Paolo Napoli, Luigi Narducci, Hannà Nassisi, Cinzia Niccolai, Vito Noviello, Valerio Onida, Daniela Padoan, Paola Paesano, Francesco Pallante, Marina Pallottini, Massimo Pàlmera, Giovanni Palombarini, Paola Palombaro, Maria Pia Palombini, Ilaria Minio Paluello, Francesco Pardi, Elena Pariotti, Rita Paris, Paola Parolari, Francesca Paruzzo, Valentina Pazé, Rossano Pazzagli, Barbara Pezzini, Pierluigi Pedretti, Vera Pegna, Livio Pepino, Enrico Peyretti, Attilio Pisanò, Tamar Pitch, Piero Pollastro, Pier Paolo Portinaro, Lucia Re, Silvia Rea, Adrian Renteria Diaz, Giuseppe Ugo Rescigno, Eligio Resta, Marco Revelli, Francesco Riccobono, Salvatore Ritrovato, Nicola Riva, Roberto Romboli, Graziella Rumer Mori, Andreina Russo, Giuseppe Salmè, Mariuccia Salvati, Vittorio Salvatore, Maria Cristina Sangelantoni, Maria Adelaide Sanna, Valia Santella, Emilio Santoro, Giuseppe Saponaro, Gino Satta, Maria Teresa Savio Hooke, Aldo Schiavello, Gaetano Silvestri, Paolo Solimeno, Alessandro Somma, Maria Stiffoni, Rita Svandrlik, Manuela Tatti, Alessandra Tempesta, Vito Teti, Persio Tincani, Walter Tocci, Gianni Tognoni, Graziella Tonon, Fausto Tortora, Franco Toscani, Gabriella Turnaturi, Nadia Urbinati, Federica Vacca, Roberta Vacca, Silvio Vacca, Enzo Varano, Luigi Vavalà, Guido Viale, Giacomo Viggiani, Vittorio Villa, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Itala Vivan, Mauro Volpi, Roberto Zaccaria, Gustavo Zagrebelsky, Loriana Zanuttigh, Alberto Ziparo.

Parmenide

Il Parmenide è un’opera filosofica del Platone maturo. Fu scritto intorno al 368 dell’evo antico e ancora oggi fa discutere e arrovellare gli studiosi e gli accademici di mezzo mondo.

C’è chi lo considera il capolavoro del pensiero di Platone, in cui il filosofo affronta nuovamente la teoria delle idee in un dialogo tra Socrate, Zenone e Parmenide, a colpi di essere e non essere, uno e molteplice, simile e dissimile.

C’è chi azzarda un’interpretazione giocosa, ipotizzando uno scherzo “platonico”, tanto è complessa la seconda parte del libro.

Umberto Eco amava ripetere che quando gli sembrava di avere capito il senso dell’opera, ecco che le pagine successive gli smontavano l’ermeneutica (che non è un’ernia cerebrale).

Hegel la considerava la più grande opera d’arte della filosofia greca. Ma con il filosofo della dialettica il mondo ha un conto in sospeso: l’incomprensibilità della sua Fenomenologia. Per cui, lasciamo perdere.

La linearità e la semplicità della scrittura del Parmenide – che non significa che sia una lettura facile, anzi – me lo fa associare a Shakespeare, la cui chiarezza apre le porte a problematiche profondamente umane, universali.

L’universalità di Platone mi parla anche della fisica moderna, quella quantistica dell’estremamente piccolo e quella astronomica del grandissimo. Tutto l’universo è come un Uno che si divide in tanti parti, ognuna delle quali ha il tutto, l’essenziale: elettroni, protoni, neutroni e i loro elementi.

Fantastici quei temi, mi viene da dire parafrasando Mario Capanna!

Spero di avervi fatto venire il desiderio di riprendere in mano il Parmenide, ma, attenzione: a seguire non ci possono che essere Carlo Rovelli, Guido Tonelli e Sean Carroll. Ma questa è un’altra storia, cioè la stessa.

Dal ’90 con furore

Nato nel 90 con l’obiettivo di segnalare i livelli di inquinamento dell’aria e i malesseri della città, cagliarimonamour (chi si ribella gode) ha allargato subito i suoi orizzonti: dall’ambiente all’ecologia, dalla politica alla letteratura, alla filosofia e alla scienza. Senza alcuna ambizione, se non quella di essere citato nei libri di storia del pensiero.

Intorno agli anni ’10 la crisi esistenziale e la chiusura di tutti gli spazi web. In sostanza non si è riusciti in quel salto di qualità che avrebbe permesso maggiore visibilità al sito; anzi, i costi di manutenzione cominciavano a diventare eccessivi in rapporto ai ricavi (nulli quelli finanziari) e la voglia di aggiornare il proprio pensiero scemava miseramente.

Oggi, 3 gennaio 2021, sollecitato dal rientro in scena di Massimo D’Alema, ci si riprova, nella speranza di essergli leale ostacolo.

Argomenti? Quello che ci viene in testa. Ma con un garbato riguardo alle contraddizioni del nostro universo.